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Le emozioni nel piatto

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Eccomi qui.....

La mia foto in bianco e nero, un po’ sbiadita, è quella di una bambina “ingessata” in un abitino bon ton che rispecchiava ben poco la mia indole da maschiaccio. Alle bambole ho sempre preferito i pattini a rotelle, i giochi di squadra, la caccia ai lombrichi e tanti pennelli colorati e tele bianche.

La passione per l’arte e per la musica mi sono rimaste dentro e colorano le mie emozioni ogni giorno. Ed è proprio questa parte di me che trasferisco oggi nel mio lavoro, quella parte emozionale che ha un ruolo fondamentale nella costruzione dei rapporti con le persone che si affidano a me.

La stessa sensibilità che ho scoperto essere di grande aiuto nel pensare al cibo da mettere in tavola. Perché sì, quella sensibilità che mi accompagna da sempre è la stessa che spesso mi ha portato a vivere emotivamente, e non sempre in senso positivo, il mio rapporto col cibo. Da bimba sono stata educata a non avanzare nulla nel piatto e ad essere sempre grata dei pasti, anche quando non erano affatto di mio gusto. Quando mi sono sentita “libera” di scegliere ho finito per rivolgere le mie attenzioni proprio verso ciò che in qualche modo era stato etichettato come “proibito”. Ed anche in età adulta, nei momenti di ansia, di tristezza, di tensione, talora mi sono trovata a ricercare conforto nel cibo.

Ci è voluto del tempo, ma attraverso la mia professione, grazie all’esperienza personale e ai racconti delle persone, ho trovato e collaudato il mio metodo. La “proibizione” in termini assoluti è il primo passo verso l’abbandono del percorso, perché porta con sé frustrazione, sensi di colpa, rabbia, ecc. Imparare a vedere il momento del pasto con curiosità, valorizzando aspetti apparentemente minimali come i colori o l’armonia, è invece un primo passo verso il successo. 

Il rapporto col cibo si costruisce negli anni, già nella prima infanzia, e le abitudini si consolidano fino a diventare degli automatismi difficili da modificare. Pensare di ricorrere a pozioni magiche o prodotti straordinari in grado di garantire tutto e subito, è una trappola mentale.

Sono Chiara Mezzina e sono una Biologa Nutrizionista.

Se ti dicessi che la Nutrizione è sempre stata la mia più grande passione, ti racconterei una bugia; lo è diventata col tempo, quando ho deciso di occuparmi direttamente della mia alimentazione. Lavorando su me stessa ho capito perché è così difficile mantenere i buoni propositi a lungo quando si segue una dieta. Sì, proprio così, i “buoni propositi a lungo”, perché la motivazione all’inizio ce l’hanno tutti, e all’inizio anche le diete fai da te danno qualche risultato, ma è sulla distanza che si riconosce il percorso dietetico di successo, quello che ti permette di raggiungere l’obiettivo definitivo.

Ho capito quali sono i peggiori “nemici”

  • la fretta che genera ansia e voglia di risultato immediato e che ti porta sulla bilancia ogni giorno ed anche più volte al giorno
  • la  noiaquella delle diete tristi, incolori, inodori e insapori
  • il  pensiero fisso della dieta che condiziona la giornata nell’attesa del pasto successivo
  • e infine non solo cibo, ma molti altri momenti gratificanti a cui rivolgere le attenzioni quotidiane

Da qui sono partita ed è nato CIBOEMOTIVO, un modo di mangiare e di vivere